Giugno, un mese che sin dall’inizio commemora l’inizio d’una rivolta che negli anni è riuscita a diventare una delle feste più celebrate nel mondo, il famoso “Gay Pride”, un movimento nato come manifestazione per rivendicare i diritti mani.
Ci sono state delle grandi figure, lottatori e lottatrici che hanno messo corpo e anima per raggiungere l’obiettivo di essere accettati, considerati, inclusi e rispettati nella società.
Una di queste grandi figure è Sylvia Lee Rivera, nata a New York, 2 luglio 1951 – New York, 19 febbraio 2002) è stata riconosciuta come una delle più grandi icone del movimento LGBTQIA+ statunitense bensì mondiale.
Rivera diviene nota dopo che, nella notte fra il 27 ed il 28 giugno 1969, allo “Stonewall Inn“, un locale gay di New York, partecipò alla rivolta contro la polizia ricordata ancora oggi in tutto il mondo con la marcia del Gay pride come l’inizio del Movimento di liberazione LGBT. In particolare, nonostante ancora oggi i racconti dell’episodio risultino contraddittori, Rivera viene ricordata per essere stata la prima ad aver lanciato una bottiglia contro i poliziotti che avevano già fatto numerose volte irruzione nel locale di Christopher street.

Nel febbraio 1970 si unisce alla Gay Activists Alliance. Nello stesso anno, memore delle sue esperienze passate, fonda, insieme a Marsha P. Johnson, lo STAR (Street Transvestite Action Revolutionaries), un gruppo dedicato ad assistere ed aiutare le persone Trans di strada senzatetto, che aveva visto morire giovani per una coltellata o un’overdose, ma la mancanza di fondi e altri problemi portano alla sospensione del progetto. Fra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni novanta si trasferisce a Tarrytown, dove organizza degli spettacoli drag nei locali della zona. Pur rimanendo in contatto col movimento gay, da questo momento si limita a partecipare ai Gay Pride annuali.
Sylvia Rivera è stata spinta al suicidio più volte, in seguito alle discriminazioni e alle forti delusioni, in particolare quelle dovute al movimento gay, che ha più volte preso le distanze da transessuali, travestiti e drag queen, che rappresentano talvolta nella comunità LGBT una sorta di minoranza nella minoranza.
Nel 1997 si unì alla Transy House Collective. Nel 1999 venne invitata in Italia dal M.I.T. e partecipò al World Pride 2000 a Roma. Nel 2000, insieme ad altri attivisti, riattivò lo STAR.
È morta a 50 anni, il 19 febbraio 2002, al St. Vincent’s Manhattan Hospital di New York, per un tumore al fegato.
Nel 2005, durante il Transgender Day of Remembrance, New York le ha dedicato una strada. Dal 2013 le è intitolato il comitato territoriale dell’Arcigay di Chieti.
Ad oggi, Sylvia Rivera revive quando ci pensa a lei in ogni manifestazione, e per questo consideriamo sempre un personaggio da commemorare per sempre.
Fonte:https://it.wikipedia.org/wiki/Sylvia_Rivera / https://www.wired.it/play/cultura/2019/06/24/50-personaggi-lgbt-storia/
